Il via al periodo natalizio in Cadore ed a Cortina, viene dato con l'arrivo di San Nicolò. Un santo che grazie alla tradizione nordica che ancora è
ben conservata dalle famiglie dolomitiche, ha una doppia valenza: consegnare ai bambini in forma anonima alcuni regali che serviranno anche durante il freddo inverno e rinverdire una tradizione che ha sempre affrattellato tutti gli abitanti delle Dolomiti,
rendendoli più forti nella difesa dagli <spiriti del male> in arrivo nelle notti più lunghe dell'anno. Non va dimenticato che San Nicola da Bari, oltre che essere il santo dei bambini, è anche il protettore degli Zattieri del Piave,
qundi è conosciuto in tutta la provincia bellunese. La tradizione cadorina che vuole che nella serata della vigilia - 5 dicembre- il suo arrivo sia preannunciato dalle comitive di ragazzi che girano per le strade dei paesi battendo coperchi e
tutto ciò che fa rumore, è stata rispettata e i bambini hanno girato per Pieve, Tai e Nebbiù battendo i coperchi. Quest'anno mancavano le <racole>, ma il chiasso c'è stato lo stesso. A Tai
l'organizzazione dei ragazzi è stata da Enrica Bertagnin con la collaborazione della parrocchia, mentre a Pieve il raggruppamento è stato spontaneo.
Anche la Pro Loco di Valle ha atteso l'arrivo di S.Nicolò già dalle 16, quando i bambini si sono ritrovati davanti alla scuola e i bambini sono stati accompagnati lungo la pista ciclabile che si trova a pochi passi dalle aule, fino al
Paveon dele Regole, dove la Pro Loco di Venas ha organizzato una grande festa. Nelle Dolomiti e in tutto il bellunese, San Nicola o meglio, Nicolò, era senza dubbio il Santo più atteso fino a che una repentina
abbondanza, arrivata in anni recenti, non ne ha scolorito la poetica immagine mettendola in concorrenza con molte altre, dedite principalmente, al consumismo e nemmeno tutte rivolte a Santi. In qualsiasi caso, il 'protettore' di famiglia era unico e,
se arrivava San Nicolò, nessun altro personaggio si faceva vedere.